La sirena a squame.
Mareggio libera
tra le grandi onde
bianche della tua saggezza.
Confido le mie intimità al triste Grecale
sbraitando le perversioni delle tempeste.
Imparo il complicato volgersi delle corde
per non dimenticare la semplicità
delle rondini che
volteggiano da un si bemolle a un mi diesis;
fisso l'anima della tua stella navigante
e
bacio con passione marinai
di un rum lussuoso.
Immergo le squame nella trsitezza del sogno
annegando insieme ad esse
nella
realtà
statica
dell'animale di terra.
E' troppo artico.
l'ancora è atrofica.